Riduzione valore dei crediti secondo l’IFRS 9

di Antonella Quindici - - 1 Commento

L’IFRS 9 fornisce precise indicazioni sulla rilevazione delle perdite attese sui crediti, sancendo che un’entità deve rilevare, quando ve ne siano i presupposti, un fondo a copertura delle perdite attese, basandosi sul modello cosiddetto Expected  Loss Model, che ha soppiantato l’Incurred Loss Model previsto dalloIAS 39 – Strumenti finanziari: rilevazione e valutazione.

Di seguito analizziamo il modello in dettaglio con esempi di calcolo e valutazione.

Expected loss model IFRS 9: quando si applica

Nell’ambito dei Principi Contabili Internazionali l’IFRS 9 – Strumenti finanziari, applicato a partire dall’esercizio 2018, si sofferma anche sulla rilevazione delle perdite attese sui crediti (Expected Credit Losses), sancendo che un’entità deve rilevare, quando ve ne siano i presupposti, un fondo a copertura perdite a fronte delle perdite attese. Si è dunque passati dal modello incurred previsto dallo IAS 39 – Strumenti finanziari: rilevazione e valutazione al modello expected sancito dall’IFRS 9  –  Strumenti finanziari. L’incurred loss model, che ormai non è più in uso, consistevanella rilevazione della perdita su crediti solo nel momento in cui si veniva a conoscenza di evidenze obiettive che portassero a sostenere che vi era una perdita per riduzione di valore, come del resto ci dice la stessa espressione che veniva utilizzata dal Principio (incurred loss ossia perdita sostenuta). Invece lExpected loss model sancito dall’IFRS 9 a partire dal 2018 richiede che un credito, o in generale un’attività finanziaria iscritta al costo ammortizzato, venga valorizzato in bilancio al netto del rischio di perdita atteso, a prescindere dal fatto che tali circostanze di rischio si siano già concretizzate o si concretizzeranno in futuro, come del resto, anche qui,  ci dice la stessa espressione che viene utilizzata dal Principio (expected loss ossia perdita attesa).

Tale modello si utilizza per le seguenti fattispecie:

  1. Strumenti di debito contabilizzati al costo ammortizzato;
  2. Strumenti di debito contabilizzati al fair value attraverso l’OCI – Other Comprehensive Income;
  3. Impegni irrevocabili ad erogare crediti e garanzie finanziarie che non vengono rilevati in bilanci al fair value;
  4. crediti che trovano origine nei contratti di leasing che rientrano nell’ambito di applicazione dell’IFRS 16 – Leasing;
  5. crediti commerciali derivanti da contratti che rientrano nell’ambito di applicazione dell’IFRS 15 – Ricavi provenienti da contratti con i clienti.

L’entità deve valutare le perdite attese su crediti in modo che vengano riflessi:

a) un importo obiettivo e ponderato in base alle probabilità, che deve essere determinato prendendo in considerazione una gamma di possibili risultati; 

b) il valore temporale del denaro;

c) informazioni ragionevoli e dimostrabili, ottenibili senza eccessivi costi o sforzi in merito ad eventi passati, condizioni attuali e previsioni delle condizioni economiche future.

Modalità e formula di valutazione delle perdite

Il periodo massimo che deve essere preso in considerazione nella valutazione delle perdite attese su crediti è pari all’intero periodo contrattuale, incluse eventuali opzioni di rinnovo, durante il quale l’entità è esposta al rischio di credito.

In generale, per calcolare le perdite attese su crediti (ECL – Expected Credit Losses) è possibile moltiplicare la Probabilità del rischio d’insolvenza (PD – Probability of Default) per la Stima della perdita al verificarsi dell’insolvenza (LGD – Loss given Default) per l’Esposizione al momento dell’insolvenza (EAD – Exposure at Default), ottenendo la seguente formula:

ECL=PDxLGDxEAD

Inoltre, ai fini della valutazione delle perdite attese su crediti occorre tener conto anche dei flussi finanziari attesi dalle garanzie reali e da altri strumenti di attenuazione del rischio di credito che fanno parte delle clausole contrattuali e che non sono rilevati separatamente.

L’IFRS 9 prevede che a ciascuna data di riferimento del bilancio, nel caso in cui il rischio di credito sia aumentato significativamente dopo la rilevazione iniziale, l’entità debba valutare il fondo a copertura perdite stimandolo pari alle perdite attese lungo tutta la vita dell’attività stessa (lifetime expected credit losses), evitando così di gravare sui conti economici dei singoli esercizi ogni qual volta si concretizzi una perdita. Invece, se alla data di riferimento del bilancio il rischio di credito non è aumentato significativamente dopo la rilevazione iniziale, l’entità deve valutare il fondo a copertura perdite pari alle perdite attese su crediti nei 12 mesi successivi (12 month expected credit losses).

Dunque, ogni anno l’entità deve valutare se il rischio di credito associato allo strumento finanziario sia significativamente aumentato dopo la rilevazione iniziale. Per effettuare tale valutazione occorre confrontare il rischio di inadempimento relativo allo strumento finanziario alla data di riferimento del bilancio con il rischio di inadempimento relativo allo strumento finanziario alla data della rilevazione iniziale e considerare tutte le informazioni disponibili senza eccessivi costi o sforzi che siano indicative di aumenti significativi del rischio di credito verificatisi dopo la rilevazione iniziale.

L’IFRS 9 sancisce anche che l’entità deve valutare sempre il fondo a copertura perdite ad un importo pari alle perdite attese lungo tutta la vita del credito per le seguenti fattispecie:

  1. i crediti commerciali o attività derivanti da contratti che rientrano nell’ambito di applicazione dell’IFRS 15 – Ricavi provenienti da contratti con i clienti, e che inoltre:
    1. 1 non contengono una significativa componente di finanziamento in conformità all’IFRS 15 – Ricavi provenienti da contratti con i clienti; o
    1. 2 contengono una significativa componente di finanziamento in conformità all’IFRS 15 – Ricavi provenienti da contratti con i clienti e l’entità sceglie di valutare il fondo a copertura perdite a un importo pari alle perdite attese lungo tutta la vita del credito;
  2. crediti impliciti che trovano origine nei contratti di leasing che rientrano nell’ambito di applicazione dell’IFRS 16 – Leasing, se l’entità sceglie di valutare il fondo a copertura perdite a un importo pari alle perdite attese lungo tutta la vita del credito.

Aumento del rischio di credito

L’IFRS 9 sancisce che esiste una presunzione relativa che il rischio di credito sia aumentato significativamente dopo la rilevazione iniziale nel caso in cui i pagamenti contrattuali siano scaduti da oltre 30 giorni. Tuttavia l’entità può confutare tale presunzione qualora abbia informazioni ragionevoli e dimostrabili che supportino il fatto che il rischio di credito non è significativamente aumentato dopo la rilevazione iniziale anche se i pagamenti contrattuali sono scaduti da oltre 30 giorni. Ovviamente al di là della presunzione relativa, l’entità può stabilire che vi siano stati aumenti significativi del rischio di credito anche prima che i pagamenti contrattuali siano scaduti da oltre 30 giorni.

Al fine di determinare gli aumenti significativi del rischio l’entità può raggruppare i crediti sulla base della comunanza delle caratteristiche di rischio, in modo da essere facilitata nell’analisi condotta. Il Principio fornisce alcuni esempi di caratteristiche di rischio di credito comuni quali:

  1. il tipo di strumento; 
  2. i rating del rischio di credito;
  3. il tipo di garanzia reale; 
  4. la data della rilevazione iniziale;
  5. la scadenza residua;
  6. il settore;
  7. l’ubicazione geografica del mutuatario;
  8. il valore della garanzia reale relativa all’attività finanziaria se ha un effetto sulla probabilità di inadempimento.


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Antonella Quindici

Laureata con lode in Economia e Commercio. Ha conseguito un Master in Amministrazione, Finanza e Controllo. E’ Dottore Commercialista e Revisore Legale ed è iscritta all’Ordine dei Giornalisti Pubblicisti. Attualmente è cultore della materia presso l’Università Parthenope di Napoli per gli insegnamenti di "Ragioneria internazionale" e "Comunicazione societaria e operazioni straordinarie" e in passato lo è stata per “Principi Contabili Internazionali e Bilancio Consolidato”. E’ membro delle Commissioni Nazionali “Bilancio e revisione” e “Diritto societario” dell’UGDCEC – Unione Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili. E’ autrice di numerose pubblicazioni sui Principi Contabili. Lavora da circa venti anni nell’Amministrazione di Enel e attualmente riveste il ruolo di Responsabile di Bilancio di una delle più importanti società di tale Gruppo.

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