ifrs 15 diritto di reso

La rilevazione delle vendite con diritto di reso secondo i principi contabili internazionali

di Antonella Quindici - - Commenta

In alcuni contratti di vendita è stabilito che il fornitore trasferisca il controllo del prodotto al cliente, perfezionando così la vendita, ma il cliente conserva comunque il diritto di restituirlo per varie ragioni (ad esempio non lo ritiene rispondente alle proprie esigenze o non lo reputa qualitativamente soddisfacente). Una volta restituito il prodotto, il cliente potrà riceverne un altro oppure ottenere il rimborso totale o parziale del corrispettivo versato o in alternativa ricevere un credito che potrà detrarre da altre somme dovute. Al fine di contabilizzare il trasferimento di prodotti con diritto di reso la società che applica i Principi Contabili Internazionali deve rifarsi all’IFRS 15. Vediamo in dettaglio come fare.

Contabilizzazione prodotti con diritto di reso

Nel contabilizzare il trasferimento di prodotti con diritto di reso la società che applica i Principi Contabili Internazionali deve rifarsi all’IFRS 15 – Ricavi provenienti dai contratti con i clienti e rilevare nel proprio bilancio:

  1. i ricavi provenienti dai prodotti trasferiti, valorizzandoli all’ammontare del corrispettivo al quale prevede di avere diritto e conseguentemente non deve rilevare i ricavi provenienti dai prodotti per i quali è previsto che venga esercitato il diritto di reso;
  2. una passività per i rimborsi futuri da corrispondere al cliente;
  3. un’attività a fronte del diritto a recuperare i prodotti restituiti dal cliente al momento dell’estinzione della passività per rimborsi futuri.

L’attività rilevata per rappresentare il diritto di recuperare i prodotti dal cliente deve essere inizialmente valutata prendendo a riferimento il precedente valore contabile del prodotto (per esempio, se era inserito nelle rimanenze occorre partire da tale valorizzazione) diminuito di eventuali costi previsti per il recupero (ad esempio costi di trasporto a carico del fornitore) oltre che di eventuali riduzioni del valore stesso dei prodotti resi. Il valore dell’attività come sopra determinato va poi aggiornato alla fine di ciascun esercizio per tener conto dei cambiamenti nelle previsioni di resa dei prodotti.

Anche la valutazione della passività per rimborsi futuri va aggiornata alla fine di ciascun esercizio in modo da tenere conto dei cambiamenti nelle aspettative sull’importo dei rimborsi.

Determinazione del corrispettivo e diritto di reso

Per stimare l’importo del corrispettivo al quale il fornitore prevede di avere diritto e quindi l’ammontare dei ricavi occorre applicare le linee guida sul corrispettivo variabile previste dallo stesso IFRS 15. La società deve dunque utilizzare uno dei seguenti metodi, scegliendo quello che a suo giudizio consente di ottenere una stima più attendibile:

  1. il metodo del valore atteso (expected value) che è dato dalla somma degli importi ponderati per le probabilità in una forchetta di possibili importi del corrispettivo. Tale metodologia può costituire una stima adeguata dell’importo del corrispettivo variabile nel caso in cui la società abbia stipulato un gran numero di contratti con caratteristiche analoghe;
  2. il metodo dell’importo più probabile (most likely amount), ossia l’importo più probabile in una forchetta di possibili importi del corrispettivo. Tale metodologia può costituire una stima adeguata del corrispettivo variabile nel caso in cui il contratto abbia soltanto due risultati possibili (per esempio o il fornitore ottiene un premio di rendimento o non lo ottiene).

Il Principio precisa che il fornitore per la determinazione dei corrispettivi variabili deve applicare lo stesso metodo in modo uniforme durante tutta la durata del contratto e deve prendere in considerazione tutte le informazioni (storiche, attuali e previste) che siano ragionevolmente a disposizione.

Infine, al termine di ciascun esercizio la società deve aggiornare la valutazione degli importi a cui si aspetta di avere diritto in cambio dei prodotti trasferiti e conseguentemente adeguare il prezzo dell’operazione e quindi l’importo dei ricavi rilevati.


Autore dell'articolo
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Antonella Quindici

Laureata con lode in Economia e Commercio. Ha conseguito un Master in Amministrazione, Finanza e Controllo. E’ Dottore Commercialista e Revisore Legale ed è iscritta all’Ordine dei Giornalisti Pubblicisti. Attualmente è cultore della materia presso l’Università Parthenope di Napoli per gli insegnamenti di "Ragioneria internazionale" e "Comunicazione societaria e operazioni straordinarie" e in passato lo è stata per “Principi Contabili Internazionali e Bilancio Consolidato”. E’ membro delle Commissioni Nazionali “Bilancio e revisione” e “Diritto societario” dell’UGDCEC – Unione Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili. E’ autrice di numerose pubblicazioni sui Principi Contabili. Lavora da circa venti anni nell’Amministrazione di Enel e attualmente riveste il ruolo di Responsabile di Bilancio di una delle più importanti società di tale Gruppo.

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