Analisi andamentale: quarta fase della verifica di continuità aziendale

di Vincenzo Cristarella - - 4 Commenti

La verifica circa la continuità aziendale, seguendo le indicazioni dell’ODCEC di Milano, oltre a necessitare di una fase preliminare di adeguata verifica, seguita dalla raccolta dei dati utili all’attività del revisore e dall’analisi degli stessi, dovrà proseguire con quella che, nel Quaderno n. 71 pubblicato dalla Commissione, è nominata “analisi andamentale”. Oggetto della presente analisi è evidenziare eventuali anomalie e criticità nel sistema contabile di tesoreria aziendale, inteso quale attività coordinata ed interdipendente di previsione, gestione e monitoraggio dei flussi di cassa (cash flow) e relativi rischi finanziari (probabilità di sfasamenti negativi tra entrate ed uscite non previste).

La base dell’analisi andamentale

Il set informativo che costituisce la base della presente attività di due-diligence è costituito da:

  • l’intera documentazione contrattuale verso banche ed altre società finanziarie per operazioni di affidamento a breve e medio-lungo termine; operazioni di leasing e factoring; assicurazione su crediti ed altre operazioni negoziali, aventi un impatto diretto o indiretto sulla posizione finanziaria netta (PFN) o sul capitale circolante operativo (CCO). Queste ultime due grandezze contabili sono da considerare i due fattori discriminanti di maggior influenza sulla probabilità d’insolvenza e sul relativo rischio, poiché influiscono in modo diretto sulla variabilità della distribuzione temporale dei flussi di cassa aziendali (saldi entrate e uscite e relative scadenze);
  • le ultime 48-60 segnalazioni della Centrale dei Rischi, fino all’ultima disponibile, da richiedere a mezzo P.E.C. direttamente ad una delle filiali della Banca d’Italia, utilizzando l’apposito modulo scaricabile dal sito istituzionale (Accesso dati alla Centrale dei Rischi);
  • le visure presso fornitori di business Information services di accertata affidabilità, inerenti eventi pregiudizievoli (decreti ingiuntivi, pignoramenti, ipoteche giudiziarie) e anomalie nei pagamenti dei debiti di fornitura.
La verifica sulla documentazione contrattuale

Sulla base della documentazione contrattuale (lettere di affidamento, capitolati, piani d’ammortamento, quietanze, fogli informativi periodici, contratti di garanzia) andrà ricostruita l’intera struttura degli affidamenti in essere (intesa come fidi accordati, fidi utilizzati, forme tecniche d’utilizzo, condizioni negoziali ovvero tassi d’interesse applicati, commissioni e spese, garanzie ricevute e concesse), riscontrata con le segnalazioni della Centrale dei Rischi e con le scritture contabili (libro giornale e libro mastro).

La verifica delle componenti di capitale circolante operativo e delle anomalie connesse

Contestualmente, andrà effettuata una verifica di tutte le componenti di capitale circolante operativo (crediti e debiti commerciali, crediti e debiti diversi, magazzino, ratei e risconti attivi e passivi) e delle eventuali loro anomalie (ritardati pagamenti o insoluti su debiti di fornitura, insoluti o ritardati incassi su crediti di fornitura, giacenze di magazzino anomale o non più commercializzabili, ratei e risconti non giustificabili, crediti o debiti diversi non più esigibili).

Con la “psicanalisi” approfondita e comparata di tutte le componenti della PFN e del CCO, sarà possibile ricostruire la dinamica del fabbisogno di capitale operativo e delle principali fonti di finanziamento esterno (bancario e non), evidenziando tutte le eventuali anomalie e criticità di significativo impatto sulla probabilità di insolvenza e sul relativo rischio.

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Autore dell'articolo
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Vincenzo Cristarella

Dottore commercialista in Brescia e Revisore legale, maturata esperienza significativa in ambito societario, tributario, procedure concorsuali e collegi sindacali, scrive su riviste specializzate su temi del collegio sindacale e revisione legale. Coordinatore della commissione "collegio sindacale: controlli di legalità e modello 231” dell'ODCEC di Brescia.

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