La verifica riguardo alla continuità aziendale si compone di 7 step fondamentali. Il revisore, dopo aver proceduto ad un’adeguata verifica e concluso la fase della raccolta dei dati e informazioni utili in un database, secondo quanto stabilito dall’ODCEC di Milano, dovrà procedere alla “review contabile”.
Cosa si intende per “review contabile”?
Per attività di review contabile si intende l’attività prodromica all’analisi e alla valutazione dei dati contabili, finalizzata a supportare le valutazioni professionali in merito alla continuità aziendale e rischio d’insolvenza (rating d’impresa). Essa si sostanzia nella normalizzazione, riclassificazione e rettifica dei dati contabili acquisiti nella fase di raccolta sulla base della Information request list.
La review contabile rappresenta una tipica attività di revisione contabile e come tale deve essere svolta ai fini dell’applicazione dei relativi standard di riferimento. A tal fine, l’organo di controllo interno (sindaco) e il revisore (nell’ambito delle sue funzioni), nello svolgimento delle loro attività di normalizzazione, riclassificazione e rettifica dei dati contabili oggetto del framework informativo, faranno riferimento ai principi di revisione ISRE 2400 e 2410.
L’attività di review contabile deve considerarsi attività propedeutica fondamentale ed indispensabile per una corretta ed affidabile valutazione della probabilità d’insolvenza (probability of default) e del conseguente giudizio sulla permanenza del presupposto di continuità aziendale e rischio d’insolvenza (rating d’impresa).
Oggetto dell’attività di review dovrebbero essere 9 elementi quantitativi desunti dalle risultanze contabili che ai fini dell’analisi sono ritenute fondamentali (KPI – Key Performance Indicatori):
1. Capitale fisso tangibile rettificato
Inteso come il valore delle immobilizzazioni materiali iscritte in bilancio al netto delle rivalutazioni effettuate (Fondo di rivalutazione).Le principali normalizzazioni riguardano:
- l’imputazione delle operazioni di leasing (operativo e finanziario) secondo il principio contabile IFRS 17, ovvero, quando non già applicato, del principio finanziario, che privilegia la sostanza sulla forma. Nello specifico, sarà necessario imputare nell’attivo patrimoniale, tra le immobilizzazioni materiali, anche il valore nominale dei beni acquisiti in leasing (prezzo d’acquisto del bene), al netto del fondo ammortamento per i canoni in linea capitale già pagati (quest’ultimo evidenziato separatamente), e contemporaneamente nel passivo patrimoniale il debito finanziario nei confronti delle società di leasing.
- l’imputazione di costi capitalizzati tra le immobilizzazioni immateriali non aventi un proprio mercato secondario, come tipicamente nel caso di marchi, brevetti, disegni industriali ed in generale opere d’ingegno. Questa categoria di costi, seppur correttamente imputati in applicazione dei principi contabili e norme di legge, dovranno essere opportunamente evidenziati e nel caso, stornati al risultato economico di periodo. Tra questi costi rientrano sicuramente le spese e gli oneri finanziari, le spese di sviluppo, quando non giustificati da successivi incrementi di fatturato e conseguenti nuovi investimenti materiali (fase di industrializzazione ed implementazione produttiva), e ogni altra categoria di costo la cui capitalizzazione non sia motivata dalla necessità di costituire un’attività avente un prezzo di realizzo.
2. Capitale circolante operativo
Inteso come somma algebrica di scorte di magazzino (prodotti finiti e semilavorati, materie prime, merci), crediti e debiti commerciali a breve termine, crediti e debiti diversi a breve termine, ratei e risconti attivi e passivi. Le principali normalizzazioni riguardano i crediti e debiti diversi, escludendo le voci extra-gestionali (ad esempio, nei confronti di soci o amministratori per trasferimenti non inerenti il loro incarico) o quelle non specificatamente riscontrabili in contabilità.
3. Immobilizzazioni finanziarie
Intese come somma algebrica delle partecipazioni in società controllate e collegate, crediti finanziari a medio-lungo termine e crediti commerciali e diversi a medio-lungo termine compreso i crediti di dubbia esigibilità o in contenzioso). Le principali normalizzazioni riguardano:
- la posizione infragruppo, intesa come crediti e debiti e relativi costi e ricavi nei confronti di tutte le società controllate e collegate, con esplicita enucleazione dei crediti e debiti aventi effettiva natura commerciale da quelli che sono da considerarsi, per differenza, a natura finanziaria.
- la valutazione al fair value delle partecipazioni detenute, con eventuale rettifica di valore quando si ritenga la perdita durevole e non recuperabile (ìmpairment test, in applicazione dell’OIC 9).
4. Patrimonio netto tangibile rettificato
Inteso come il capitale netto contabile risultante dall’ultimo bilancio d’esercizio diminuito delle immobilizzazioni immateriali, che non presentano un valore di realizzo e dal fondo rivalutazione sulle immobilizzazioni materiali e finanziarie.
5. Posizione Finanziaria Netta (PFN)
Intesa come somma delle passività finanziarie (debiti verso banche ed altre società finanziarie, sia a breve che a medio lungo termine, e prestiti obbligazionari non subordinati) al netto delle disponibilità liquide (saldi attivi di conto corrente, depositi vincolati e valori in cassa).
6. Margine Operativo Lordo (MOL)
Inteso come differenza tra il valore della produzione e tutti i costi operativi, ad eccezione di ricavi e oneri diversi. Conformemente a quanto indicato al punto 1, lettera a), tra i costi per godimento di beni di terzi andranno normalizzati i costi per canoni di leasing, in funzione dell’applicazione del metodo finanziario (IFRS 17). Nello specifico, sulla base dei dati desumibili dai singoli contratti in essere, il canone di leasing andrà ripartito nelle sue due componenti: la quota capitale e la quota interessi. La quota capitale andrà assimilata ad una quota di ammortamento e rettificherà il relativo fondo ammortamento, imputato nel passivo patrimoniale. La quota interessi sarà portata in incremento degli oneri finanziari.
7. Oneri finanziari netti
Intesi come somma algebrica tra oneri e proventi finanziari. Andranno incrementati della quota interessi delle operazioni di leasing (finanziarie ed operative) e degli oneri capitalizzati che, conseguentemente, andranno rettificati nell’attivo patrimoniale per pari importo.
8. Imposte e Tasse
Intese come imposte e tasse effettivamente pagate nell’esercizio. Esse andranno rettificate in funzione dell’utilizzo del fondo imposte e tasse, se esistente.
9. Impegni e rischi
In nota integrativa andranno specificati, sulla base delle evidenze delle segnalazioni in Centrale dei Rischi, tutti gli impegni verso terzi e di terzi (garanzie rilasciate e ricevute), con specifica distinzione tra garanzie personali e garanzie reali. In particolare, andranno indicata i “rischi di regresso per crediti commerciali scontati o anticipati da banche o società di factoring”.
- Per maggiori approfondimenti sulle fasi precedenti alla fase di analisi economico-finanziaria ti potrebbero interessare dello stesso autore i seguenti articoli già pubblicati:
- 12/10 Il monitoraggio della continuità aziendale nel quaderno 71 dell’ODCEC
- 14/10 La procedura di verifica della continuità aziendale comincia con l’adeguata verifica
- 17/10 La seconda fase per la verifica della continuità aziendale: raccolta dei dati
- 18/10 Terza fase della verifica di continuità dell’azienda: la review contabile
- 20/10 Analisi andamentale: quarta fase della verifica di continuità aziendale
- 23/10 Quinta fase dell’analisi di continuità aziendale: l’analisi economico-finanziaria
- 25/10 Revisione legale: analisi qualitativa e quantitativa dell’andamento economico-finanziario
- 29/10 L’analisi della continuità aziendale si chiude con la valutazione finale
Commenti 3
Pingback: La procedura di verifica della continuità aziendale comincia con l'adeguata verifica - La Revisione Legale
Pingback: Analisi andamentale: quarta fase della verifica di continuità aziendale - La Revisione Legale
Pingback: Quinta fase dell'analisi di continuità aziendale: l'analisi economico-finanziaria - La Revisione Legale