In aumento le rinunce fra i revisori degli enti locali

di Ernesto Zamberlan - - 1 Commento

 

Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili ha elaborato un pacchetto di emendamenti che, se accolta, porterà ad una vera e propria riforma organica del settore. Il Ministro per gli Affari regionali Enrico Costa, presente al convegno di Roma dove sono stati presentati gli emendamenti ha dichiarato che “non mancheranno le occasioni  normative per discutere le proposte” assicurando attenzione dal parte del Governo ed arrivando ad affermare la necessità di “una riforma organica del testo unico degli enti locali”.

Le rinunce: un fenomeno in netta crescita

La riforma è urgente come ha ricordato  il Presidente del  CNDCEC Gerardo Longobardi  viste le preoccupanti dimensioni che sta assumendo il fenomeno della rinuncia dell’incarico di revisori negli enti locali da parte dei professionisti: le rinunce, in forte aumento, dipendono molte volte dalla lontananza, si parla anche di centinaia di chilometri dalla sede dove opera il professionista,  dei  Comuni sorteggiati. Gli elenchi, ricordiamolo sono elenchi regionali. Un tale disagio non viene poi compensato in modo adeguato all’impegno: il compenso per Comuni molto piccoli non raggiunge nemmeno i 2 mila euro annui. Oltre alla lontananza, ai costi per l’espletamento dell’incarico si aggiunge il peso della responsabilità legate al ruolo del revisore: la politica attribuisce molta fiducia ai revisori affidandogli “adempimenti anche molto complessi, fino a 100 all’anno” ma non considera di  retribuirli  poi in  maniera equa “ rispettando gli standard minimi di decoro”

La proposta del CNDCEC  sui compensi

La proposta è quella di fissare un compenso  annuale  minimo  per tutti gli incarichi di almeno 6 mila euro annui, con fasce superiori e crescenti man mano che aumenta la dimensione demografica   a cui si collega necessariamente un aumento della complessità di gestione dell’ente; dal Viminale arriva l’apertura per iniziare un dialogo Sulla misura dei compensi peraltro congelati già dal 2005.

Le regole del sorteggio

I professionisti chiedono anche una modifica sulle regole del sorteggio:  non può avvenire che chi è al primo incarico  si trovi da solo, magari in comuni molto piccoli,  ad affrontare senza l’ausilio dell’esperienza di colleghi più anziani  un incarico  così ricco di responsabilità.   Meglio sarebbe che il giovane professionista iniziasse  subito a fianco di colleghi più esperti in comuni di maggiore dimensione  per maturare la necessaria esperienza  che consenta poi  loro di muoversi da soli avendo maturato la competenza necessaria.  Utile sarebbe poi  che per ogni incarico  venisse sorteggiata una rosa di tre professionisti tra i quali possa essere  esercitata l’autonomia del consiglio comunale della scelta

Autore dell'articolo
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Ernesto Zamberlan

Iscritto all'Albo dei Dottori Commercialisti di Padova dal 1994 - Revisore legale dei Conti.

Commenti 1

  1. Concordo pienamente con quanto riportato nell’articolo. Anch’io sono stata estratta a sorte per la prima volta per un comune piccolissimo, ma ho deciso di rinunciare all’incarico da revisore a causa della distanza dalla mia residenza (circa 75 km), che unita ad altri impegni professionali e lavorativi non consente di svolgere con la dovuta diligenza il mandato di cui trattasi.

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