I dipendenti ministeriali vengono incaricati della revisione dei grandi enti locali

di Giorgio Gentili - - 3 Commenti

Il decreto Legge n. 174/2012 dispone che la nomina dei presidenti dell’organo di revisione di Province, di  città metropolitane, di Comuni con popolazione superiore a 60 mila abitanti e di Comuni capoluogo di Provincia sia riservata ai dipendenti ministeriali.

In particolare, il citato decreto prevede che un componente del collegio dei revisori, con funzioni di Presidente, deve essere designato dal Prefetto e deve essere scelto, di concerto, dai Ministeri dell’Interno e dell’Economia e delle Finanze, tra i dipendenti dei rispettivi Ministeri.
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Giorgio Gentili

Responsabile editoriale e coordinatore del sito Larevisionelegale.it, Dottore commercialista in Macerata, Revisore legale e di cooperative, relatore in corsi e convegni di aggiornamento professionale, autore di numerose monografie. È presidente della commissione “Diritto penale d'impresa: area specialistica D.Lgs. n. 231/2001" dell’UNGDCEC e consulente di società di revisione.

Commenti 3

  1. Capisco la posizione del collega Sante, ma credo che il vero problema è come possono, contutto il rispetto dei dipendenti pubblici, svolgere funzioni come quello del controllo di enti di tale dimensione. La legge 39 ha definito EIP società che collocano titoli sul mercato e che dunque rivestono importanza per un numero limitato di individui (gli acquirenti delle azioni). Non capisco come non siano da considerare EIP enti pubblici come quelli delle dimensioni previste.

    Questo è il vero problema, specialmente in un momento di armonizzazione dei sistemi contabili e di percorso verso CEP e IPSAS.

  2. Secondo il sottoscritto chi ha fatto la norma non sa proprio di cosa parla. Intanto per fare bene il revisore dei conti in enti locali di tali dimensioni bisogna essere molto presenti sia per la mole dei pareri da esprimere che per tutti i controlli periodici che bisogna fare. Il dipendente pubblico dovrebbe assentarsi dal proprio ufficio frequentemente.
    in secondo luogo, bisogna capire come verranno individuati i dipendenti capaci di effettuare tali difficili incarichi, io ho avuto l’esperienza di fare il revisore nelle scuole dove vengono incaricati i dipendenti dei ministeri delle finanze e della pubblica istruzione, devo dire che ho avuto colleghi molto bravi che conoscevno bene la materia, ma in maggioranza vi erano persone che non conoscevano nemmeno le cose basilari, e ripeto stiamo parlando di scuole i cui bilanci non superavano il milione di euro. Io credo ci siano molti dipendenti della pubblica amministrazione capaci e professionalmente preparati, ma credo anche che con gli adempimenti che ci sono oggi l’incarico di revisore in enti locali di grandi dimensioni, non può essere effettuato da chi deve occuparsi del proprio ufficio a tempo pieno.
    Faccio un esempio per redigere il questionario siquel in un comune senza partecipate bisogna impiegare almeno una settimana per il Bilancio di previsione e altrettanto per il Conto Consuntivo, senza contare il tempo necessario per controllare tusso, quando bisogna esprimere il parere al consiglio sempre per detti adempimenti, giorni su giorni, quindi il dipendente professionalmente preparato, deve mettersi quantomeno in aspettativa nei periodi in cui ricopre detti incarichi.

  3. Mi chiedo a questo punto che senso abbia il nuovo registro dei revisori degli enti locali, l’aggiornamento formativo obbligatorio ( ahimè ) a pagamento e il sorteggio che avrebbe garantito imparzialità nelle nomine?

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